Umberto Boccioni by Rachele Ferrario

Umberto Boccioni by Rachele Ferrario

autore:Rachele Ferrario [Ferrario, Rachele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-09-27T12:00:00+00:00


Il mancato riconoscimento dei futuristi e il giudizio su Boccioni

I seguaci di Marinetti non erano passati inosservati, ma non s’erano fatti amare. Non è un caso che, al momento di dare alle stampe le sue Méditations estétiques (che resterà la sua unica opera di critica d’arte), Guillaume Apollinaire vi apponga il sottotitolo Les peintres cubistes, che nell’edizione definitiva si ingrandisce fino a diventare preponderante; come se l’autore volesse così reagire alla nascita di un’altra avanguardia che non è la sua.76 Ma questa volta Soffici, che pure è suo amico, sostiene e difende i compagni futuristi su «Lacerba» e scrive un libro sul cubismo che è una risposta ad Apollinaire.

La storia del mancato riconoscimento dei futuristi in Francia non si deve solo alle polemiche o all’alterigia dei parigini; non c’è stata coesione interna, è venuto meno il sostegno della cultura italiana, che come d’abitudine fatica a riconoscere, fare rete, costruire alleanze. Nelle sue memorie Severini prenderà le distanze dal movimento, biasimando Marinetti per il suo smisurato individualismo e per i «toni politico-giornalistici», che da una parte esaltavano dall’altra danneggiavano il gruppo dei pittori.

In realtà, Marinetti ha un’idea moderna della divulgazione e dell’autopromozione, da cui i futuristi hanno tratto beneficio. Severini criticherà anche l’amico Boccioni per il carattere letterario e autoironico: «Come tutti gli egocentrici era sempre ripiegato su se stesso per analizzare il più piccolo moto dell’animo, per tirare alla superficie il più segreto sentimento, proprio come certe belle donne che sono continuamente di fronte allo specchio» scrive. Severini esagera, però, quando sostiene che Boccioni sia troppo coinvolto nelle questioni politiche e Marinetti più interessato alla risonanza delle sue serate che non all’arte. È vero, invece, che i toni dei futuristi anticipano le declamazioni fasciste; anche se allo scherzo provocatorio si sostituirà l’enfasi retorica. Più tardi lo stesso Mussolini avrebbe dichiarato che «chi rispettava Marinetti» aveva il «diritto pieno della sua considerazione. Era in quel momento il tribuno delle arti figurative. La sua orazione andava ascoltata dal capo della sua rivoluzione».77 Il futurismo, nato nella provincia italiana postunitaria ancora priva di una cultura nazionale, con i suoi manifesti aveva senz’altro imposto l’esigenza di definire un’arte che fosse espressione della modernità. E l’arte nel XX secolo è politica, come – in forme diverse – lo era stata all’epoca degli imperatori e dei pontefici.

Dai tavolini della Closerie des Lilas, Severini fatica a capire la smania di sapere di Boccioni; non considera la velocità e l’immediatezza con cui l’amico assimila e fa proprio il minimo dettaglio; non riuscirà a metterne in prospettiva la figura né a coglierne la statura, diviso a metà tra il desiderio di riconoscerne il talento e quello di ridimensionarlo.78 Severini è in buona fede. Ma per lui è più difficile cogliere il disegno culturale dell’avanguardia italiana, libera dall’egemonia francese.

Negli anni il suo giudizio si inasprirà ulteriormente. In mezzo c’è stata la parabola del regime e la sua sconfitta. Nelle sue memorie, Severini è critico con Marinetti, che – con Apollinaire – è stato suo testimone di nozze. Fa notare che «tutti i mezzi di azione marinettiani» sono stati adottati dal fascismo.



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